Ciao Flavia, ti sei avvicinata all’atletica da poco eppure il tuo nome è già familiare nel mezzofondo giovanile, ti piace il mondo dell’atletica?
Ciao! Si, mi piace moltissimo. Sinceramente quando ho cominciato a praticare l'atletica non immaginavo di trovare un ambiente così stimolante in cui sia i compagni di squadra, ma molto spesso anche gli avversari, sono i primi a complimentarsi e ad incoraggiarti. Questo è stato uno degli aspetti che mi ha consentito di arrivare a questi livelli e ciò mi ha resa veramente molto felice.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questo sport?
Dopo un inaspettato terzo posto alla fase regionale dei campionati studenteschi di corsa campestre, nonostante praticassi nuoto agonistico da ben sette anni, il mio professore di educazione fisica mi ha praticamente obbligata (e lo ringrazio) a lasciare cuffia e occhialetti e a mettermi ai piedi le chiodate. Così ho deciso di provare e ogni volta che andavo ad allenarmi l'atletica mi piaceva sempre di più. Un grazie va anche alla mia compagna di squadra e amica Martina Pompei e ai suoi genitori, Silvia e Gianluca, che sono stati i miei primi sostenitori. Non rinnego il periodo del nuoto, ma non ho nessun rimpianto.
Quest’anno hai ottenuto ottimi risultati nel mezzofondo: sei più fiera del tuo 3:00.05 sui 1000 metri o del tuo quinto posto agli Italiani di Borgo Valsugana?
Sono entrambi risultati che mi rendono molto fiera e li considero ugualmente importanti: il 3.00.05 è stato un meraviglioso personale e il quinto posto agli italiani un sogno che si è realizzato.
Ci racconti la tua gara agli Italiani? Sei contenta o ti aspettavi qualcosa di più?
Aver fatto parte della rappresentativa laziale ai campionati italiani è una cosa che mi riempie di orgoglio, così come l'essermi scontrata con le atlete migliori d'Italia. Per quanto riguarda la gara, siamo partite molto forte e questo l'ho accusato nell'ultimo giro, ma comunque non me ne pento perché ho voluto provare a stare dietro alle prime fin dall'inizio. Un piccolo rammarico c'è, quello di non essere riuscita a scendere sotto i 3 minuti. Comunque Borgo Valsugana rimane un'esperienza stupenda, anche perché è stato il mio primo campionato italiano e un quinto posto rimane una grande soddisfazione.
Secondo te qual è il fascino del mezzofondo?
La sfida con la fatica e gli allenamenti duri che ti fanno misurare con i tuoi limiti, ma che, una volta terminati, ti danno una sensazione di benessere e soddisfazione.
Ti sei trovata subito a tuo agio nel gestire la fatica?
Gestire la fatica non è stato poi così difficile perché il nuoto mi aveva abituata ad allenamenti quotidiani molto duri. Diversa è la situazione per quanto riguarda i problemi articolari e muscolari: all'inizio ho sofferto un po' perché con il nuoto ero abituata a sforzi meno traumatici per le articolazioni.
Quale altra gara ricordi con particolare emozione?
Ho un bellissimo ricordo dei 2000 metri corsi ai CDS e dei 1200 siepi corsi ai regionali perché, nonostante sia arrivata stremata dalla stanchezza, sono rimasta piacevolmente sorpresa di aver ottenuto dei risultati che ritenevo fuori dalle mie possibilità.
Ci sono allenamenti che proprio non ti piacciono?
Non mi piacciono per niente le ripetute da 300 o 400 metri con poco recupero.
Chi è il tuo allenatore?
Il mio allenatore è Daniele Troìa. Con lui mi sono trovata subito bene perché è una persona alla quale posso dire tutto, qualità indispensabile per un allenatore. Inoltre sa sostenermi anche psicologicamente e per me è importante, perché sono una persona piuttosto fragile sotto questo punto di vista: basta un niente a buttarmi giù di morale.
Qual è il consiglio che ti ripete più spesso?
Quello di non sbattere i piedi.
Ti piace seguire l’atletica in tv?
Si, mi piace molto, anche se devo dire che la seguo poco perché non la trasmettono quasi mai.
Hai qualche campionessa di riferimento per la tua attività?
In realtà non ho nessuna campionessa di riferimento in particolare, però ammiro moltissimo Ezekiel Kemboi.
Quanti giorni a settimana ti alleni?
Fino agli inizi di luglio mi allenavo due o tre volte a settimana perché ero impegnata con il nuoto; poi mi sono dedicata totalmente all'atletica ed ho cominciato ad allenarmi cinque o sei volte a settimana. A partire dalla prossima stagione gli allenamenti saranno sei a settimana.
Come va con la scuola?
Frequento il secondo anno di liceo scientifico e fino ad ora è andato tutto bene, anche se ovviamente preferisco la corsa rispetto allo studio.
Cosa ti piacerebbe fare da grande?
Mi piacerebbe lavorare nel settore dell'atletica, magari in qualche corpo militare.
Nell’atletica dove ti piacerebbe arrivare?
Nell'ordine: europei, mondiali e olimpiadi. Ma ovviamente stiamo con i piedi per terra... chi non lo sognerebbe?
Cosa ti aspetti dalla prossima stagione?
Per me il mondo delle campestri è ancora tutto da esplorare, dato che non ne ho mai corsa una al di fuori di quelle studentesche. Per quanto riguarda la pista, cambieranno tutte le distanze; sicuramente proverò gli 800, i 1500, i 3000 e i 2000 siepi. Spero di riuscire ad ottenere buoni risultati, in particolare nei 2000 siepi, anche se la riviera mi mette un po' di preoccupazione.
A cura di Simone Proietti